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Ott 2021

Never enough!

Rajat Gupta è nato in India ed è rimasto orfano quando era un ragazzo. A 40 anni era CEO di McKinsey.
Dai quartieri più poveri di Calcutta, è diventato uno degli uomini d’affari di maggior successo. Assunse incarichi presso le Nazioni Unite ed il World Economic Forum. Collaborò a progetti filantropici con Bill Gates e sedette nei Consigli di Amministrazione di cinque grandi società.

Divenne enormemente ricco. Il 5% di rendimento annuale sulla sua ricchezza generava 600 dollari all’ora, per 24 ore al giorno.

Avrebbe potuto fare qualunque cosa avesse desiderato nella vita. E quello che voleva, a detta di tutti, non era diventare un semplice multi-milionario. Rajat Gupta voleva diventare miliardario. E lo voleva disperatamente.

Rajat Gupta era membro del CdA di Goldman Sachs ed era circondato dai più grandi investitori del mondo.

Nel 2008, poiché Goldman Sachs era assediata dalla crisi finanziaria, Warren Buffet pianificò di investire 5 miliardi di dollari nella banca stessa per aiutarla a sopravvivere. Questa era, naturalmente, un’informazione rilevante. La sopravvivenza di Goldman era in dubbio e l’azione di W. Buffet avrebbe fatto decollare le azioni di Goldman Sachs.
60 secondi dopo aver appreso del possibile intervento di W. Buffet, Rajat Gupta, che partecipava al CdA di Goldman Sachs, riagganciò il telefono e chiamò il gestore di un hedge fund, Raj Rajaratnam. La telefonata non era registrata ma Rajaratnam comprò immediatamente 175.000 azioni Goldman Sachs.
L’operazione di Warren Buffet fu annunciata pubblicamente qualche ora più tardi. Le azioni Goldman Sachs decollarono. Rajaratnam (e Rajat Gupta) guadagnò velocemente 1 milione di dollari.

L’organo di vigilanza americano accusò Gupta di aver utilizzato informazioni rilevanti per operazioni personali.
Gupta e Rajaratnam andarono entrambi in prigione per insider trading; carriera e reputazione inesorabilmente rovinate.

Perché qualcuno con centinaia di milioni di dollari dovrebbe voler così disperatamente ancora denaro da rischiare tutto ciò che ha? Gupta aveva già tutto: ricchezza inimmaginabile, prestigio, potere e libertà. E rischiò tutto perché voleva di più.

Non aveva il senso di “abbastanza”.

Ci sono anche versioni non criminali di questo comportamento. I traders dell’hedge fund Long Term Capital Management erano persone ricche la cui ricchezza era investita anche nel prodotto che gestivano. Ad un certo punto, assunsero rischi enormi e subirono perdite irrecuperabili, a metà del 1998, durante uno dei periodi più forti per i mercati.

W. Buffet ne parla in questo modo: “Per fare denaro che non avevano e di cui non avevano bisogno, rischiarono quello che avevano e di cui avevano bisogno. E’ folle. Se tu rischi qualcosa che è importante per te per qualcosa che non è importante per te, semplicemente non ha alcun senso.”

Non c’è ragione per rischiare quello che hai e di cui hai bisogno per quello che non hai e di cui non hai bisogno.

“The Psychology of Money”. M. Housel.